La sabina

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A circa 40 kilometri a Nord-Est di Roma, inizia la  Sabina. Essa si estende dalla riva del Tevere verso i monti Sabini e oltre, a Est, verso l’Abruzzo e a Nord-Est verso l’Umbria. Il paesaggio si svolge in colline coperte da vigneti ed uliveti, che salgono verso montagne più ripide, con boschi estesi di querce, attraversato da laghi e corsi d’acqua, alcuni importanti quali il Tevere, il Velino, la Nera. Ed è punteggiato, in posizione elevata su alture e speroni, da piccoli borghi medievali, castelli e monasteri. E’ un paesaggio rimasto sostanzialmente immutato nel tempo e solo marginalmente toccato dallo sviluppo antropico moderno.

Una storia quella della Sabina che inizia nella preistoria (trovati resti databili nel Paleolitico – 30-60.000 anni a.c). Nel 1200 a.c. dall’Adriatico arrivarono i Sabini. Nel corso di un millennio crebbe e si sviluppò, grazie anche alla presenza del Tevere, una fiorente civiltà tipicamente contadina. Il declino giunse tra il III ed il II secolo a causa di un devastante terremoto e successivamente per l’assorbimento dei territori sabini nello Stato romano. I Romani ne riorganizzarono l’agricoltura, orientandola alla viticoltura e olivicoltura.

 

Il periodo successivo al declino dell’Impero romano è stato caratterizzato dalla diffusione del Cristianesimo e monachesimo. La costruzione originaria dell’Abbazia di Farfa risale al VI secolo. L’Abbazia apparteneva all’ordine dei Benedettini, una organizzazione potente in tutta l’Europa. Nello stesso periodo la popolazione abbandonava i vecchi centri ubicati a fondovalle, per costruire nuovi insediamenti facilmente difendibili, in cima alle colline.

Nel XII secolo la Sabina vide il declino del potere dell’Abbazia e l’affermarsi dello Stato pontificio. Da allora in poi la sua storia, e quella di molti paesi nelle vicinanze, si intreccia con quella del Pontificato e delle grandi famiglie romane.

Intorno al 700 le popolazioni cominciarono a lasciare i vecchi centri per spostarsi nelle campagne, dove costruirono case sparse nel territorio. Questo processo avvenne soprattutto nella bassa Sabina dove la fertilità della terra permetteva l’introduzione della cosiddetta “mezzadria”.

La Sabina vanta una ricca tradizione culinaria, e fin dai tempi antichi è stata famosa per la qualità dei suoi cibi e delle bevande, una attenzione particolare dobbiamo riservarla al nostro pregiato olio d’oliva, fra i migliori in tutto il mondo.

Fra gli altri prodotti della zona, sono ottimi anche il formaggio, la carne, gli insaccati, il miele, i funghi e la frutta. Tutto questo grazie ad una tradizione agricola che ha saputo resistere all’industrializzazione, conservando le pratiche più sane, in rapporto diretto con la terra e la sua migliore offerta alimentare.”

Abbazia di Farfa
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